Mq: 100
Costo: V: 39,900
VISTA INVIDIABILE E SPETTACOLARE!!!! In posizione dominante e soleggiatissima tipico rustichetto bergamasco in pietra a vista posto su due livelli con stalla e fienile più cascinetta. Servito da acqua, luce e strada a circa 50 metri. Completa il tutto un terreno di proprietà , prato e bosco, di circa 10000 mq. Valtorta è un comune italiano di 271 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Situato in Val Stabina, laterale dell'alta Val Brembana, dista circa 50 chilometri a nord-ovest dal capoluogo orobico. Il territorio, immerso nella valle Stabina, presenta notevoli proposte, adatte ad ogni tipo di utenza. Il turismo estivo offre opportunità adatte a tutte le esigenze, dall'esperto escursionista all'utente saltuario. Durante l'inverno numerose sono le piste da sci, che si spingono fino ai Piani di Bobbio, località posta sul confine con la Valsassina e la provincia di Lecco. Rif. 481668
Mq: 275
Costo: V: 296,000
APPARTAMENTO DI AMPIA METRATURA , INGRESSO INDIPENDENTE CON FINITURE PREGIO! Sito nel comune di Almenno San Salvatore, in palazzina di sole 4 unità, proponiamo appartamento su 2 piani composto da ; ingresso, cucina abitabile, ampio salone con terrazzone e bagno. Al piano superiore ; 3 camere, 2 bagni e terrazzi. Completano il tutto una bellissima taverna con cucina a vista + camino, lavanderia, un locale dispensa ed il box auto. Almenno San Salvatore è un comune italiano di 5 715 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia. Dista circa 12 chilometri dal capoluogo orobico ed è ubicato a nord-ovest di quest'ultimo. Fa parte della Comunità montana Valle Imagna. el territorio di Almenno San Salvatore sono presenti diversi edifici di rilevante valenza storico-aritistica. Particolarmente importante è il complesso della Pieve e dell'annesso Santuario della Madonna del Castello con affreschi risalenti al X secolo, la prima, e pitture di Andrea Previtali e di Gian Paolo Cavagna, il secondo. La chiesa di San Giorgio costituisce un raro gioiello architettonico romanico i cui affreschi superstiti, di grande bellezza, sono una eccezionale testimonianza della pittura romanica bergamasca. Il convento degli Agostiniani e la chiesa di Santa Maria della Consolazione, parti di un unico complesso religioso appartengono al periodo rinascimentale. La chiesa presenta alcuni affreschi del XVI secolo tra i quali spiccano la Trinità di Andrea Previtali, una deliziosa Annunciazione cinquecentesca di autore ignoto e lo sposalizio mistico di Santa Caterina di Antonio Boselli. Altri monumenti di rilievo sono le parrocchiali di San Salvatore Nuovo. Sorta nel 1455 circa, è stata pesantemente ristrutturata nella prima metà del Settecento. Rif. 488706
Mq: 35
Costo: V: 29,500
VISTA PANORAMICA E SOLEGGIATA! In palazzina di circa 30 anni soluzione posta al secondo e ultimo piano composta da: ingresso, angolo cottura, soggiorno con camino, antibagno e bagno, soppalco con camera. Finemente arredato. Possibilità di box. Le origini Le prime testimonianze scritte su Vedeseta e sulla Val Taleggio risalgono ad un'epoca non anteriore al secolo XI. Varie ipotesi si sono fatte sui primi insediamenti in valle, ma quasi certamente i primi abitanti provenivano dalla vicina Valsassina. C'è chi sostiene che i primi ad insediarsi nelle zone ora occupate dal comune di Vedeseta fossero i pastori che passavano l'estate in Val Taleggio, ben ricca di pascoli; altri invece - tra cui Giuseppe Locatelli che nacque e visse a Lavina di Vedeseta lo scorso secolo - pensano che vi si fossero rifugiati gli abitanti valsassinesi in quanto, essendo la valle circondata da alture all'epoca difficilmente valicabili, forniva una buona protezione contro le orde di barbari provenienti dal Nord Europa.[3] Il Medioevo All'epoca di Carlo Magno, la Val Taleggio divenne feudo del vescovo di Milano. Da allora, Vedeseta è rimasta sotto l'influenza della diocesi di Milano, fino al 1995 quando il cardinal Martini e il vescovo Amadei sottoscrissero l'accordo per il suo passaggio alla diocesi di Bergamo[4]. Nel 1237 i Milanesi in ritirata dopo la dura sconfitta subìta contro Federico II nella battaglia di Cortenova, cercarono rifugio in Valsassina dove trovarono ospitalità grazie a Pagano della Torre, al quale, come ricompensa, venne affidata la Signoria delle Valli Taleggio e Averara. Sanguinose furono le battaglie per il possesso della valle e portarono gli abitanti dei due comuni a schierarsi su due fronti differenti: Taleggio dalla parte guelfa, a sostegno dei Torriani (che con i Visconti erano una delle casate più importanti della Lombardia), e Vedeseta dalla parte ghibellina, a sostegno dell'Arcivescovo di Milano. Questa divisione e le lotte che ne seguirono, portarono gli abitanti della valle a costruire castelli e case torri. A Vedeseta la più famosa torre era probabilmente ubicata dove ora c'è la Parrocchiale, infatti sembra che i materiali che componevano la torre furono poi utilizzati per la costruzione del vecchio campanile, poi demolito per far posto a quello attuale. Fu costruita nel XIV secolo da Orlando Arrigoni su un angolo della sua casa e fu quindi chiamata Torre d'Orlando. La pace fu firmata nel 1395, ma non durò molto. Nel XV secolo, infatti, la valle subì un'ulteriore divisione. La Repubblica Veneta prese possesso della provincia di Bergamo, ma Vedeseta rimase comunque territorio del Ducato di Milano. Le pietre di confine tra il Ducato e la Repubblica, chiamate termenü, definiti dopo un'immancabile serie di lotte tra i sudditi di Milano e quelli di Venezia, sono ancora presenti in Val Taleggio e oggi segnano il confine tra i comuni di Vedeseta e Taleggio. Rif. 401616
Mq: 80
Costo: V: 26,000
PANORAMICISSIMO RUSTICHETTO INDIPENDENTE!! Posizionato su due livelli con stalla, fienile e terreno di proprietà con prato e bosco di circa 4.000 mq. Servito da acqua, luce e strada a 20 m. I primi documenti che attestano l'esistenza del borgo risalgono all'anno 917, quando si fa menzione di un abitante della zona di Abrara. È questo, in assoluto, il testo più antico relativo all'alta valle Brembana, tanto da far credere che con il toponimo si intendesse tutta la zona che veniva comunemente indicata con il nome di valle Averara, comprendente anche i vicini Santa Brigida, Averara, Olmo al Brembo, Ornica e Cassiglio. È usanza comune credere che tuttavia i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all’epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti. In particolar modo si presume che siano stati gli abitanti della vicina Valsassina ad arrivare per primi (presumibilmente attorno al VI secolo), come testimoniano alcuni toponimi uguali tra le due zone. Il toponimo sembra invece derivare dalla propria posizione geografica, che lo fa apparire come un borgo chiuso tra i monti circostanti. In epoca medievale il borgo, posto sotto il dominio dei Visconti vide instaurasi una consuetudine che voleva due abitanti del luogo, eletti a rotazione, dirigere la spartizione del denaro ricavato dalla vendita del legname e dell’affitto dei prati adibiti a pascolo nelle zone del Monte Avaro ed il Monte Foppa. Questo per il fatto che il contesto naturalistico in cui il paese era inserito veniva considerato patrimonio della collettività e non del singolo, e tutti contribuivano come potevano. Usanza che continuò anche con l’avvento della Repubblica di Venezia la quale, per non gravare sulla fragile economia locale, decise di non imporre alcun tributo agli abitanti. Era usanza comune dire che Cusio « non aveva nient'altro da offrire che il sangue dei suoi abitanti » La Serenissima inoltre istituì una piccola dogana, presso il valico alpino di Salmurano, posto a monte dell’abitato, al fine di controllare i traffici con la vicina Valtellina. Il termine della dominazione veneta ed il conseguente avvento della Repubblica Cisalpina portò grandi cambiamenti a Cusio, che si trovò inglobato nel cantone dell’alta Valle Brembana, con capoluogo a Piazza Brembana, e si vide revocati numerosi privilegi che la Serenissima aveva garantito per secoli all’intera zona. Gli anni seguenti videro succedere alla dominazione francese quella austriaca, fino al 1859, quando nacque il Regno d'Italia. Negli ultimi decenni ha cominciato a prendere sempre più piede l’industria del turismo, che sta risollevando il borgo dopo un periodo di lento spopolamento. Rif. 407474