Mq: 75
Costo: V: 55,000
A TUGLIE A POCHI PASSI DALLA CENTRALE PIAZZA, IN UNO DEI CARATTERISTICI VICHI DEL CENTRO STORICO, ABITAZIONE INDIPENDENTE CON VOLTE A STELLA E AMPIO BOX AUTO. L'ABITAZIONE AL PIANO PRIMO SI COMPONE DI INGRESSO, SOGGIORNO, CUCININO CON CAMINO, CAMERA DA LETTO MATRMONIALE E SERVIZIO. AL PIANO TERRA LOCALE AD USO BOX AUTO FORMATO DA DUE VANI CON LE VOLTE A STELLA E RIPOSTIGLIO. AREA SOLARE DI PROPRIETA'. PER MAGGIORI INFORMAZIONI O PER APPUNTAMNTO VISIONE RIVOLGERSI AL SEGUENTE NUMERO 0833598255. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. - Classe: G - IPE: 175,00 kWh/mq annum
Mq: 150
Costo: V: 140,000
ALLE PORTE DEL PAESE SU STRADA DI PASSAGGIO PROPONIAMO IN VENDITA SPLENDIDA VILLETTA A SCHIERA IN UN SIGNORILE CONTESTO DI ABITAZIONI INDIPENDENTI. L'IMMBILE SI SVILUPPA SU TRE LIVELLI: IL PIANO TERRA SI COMPONE DI INGRESSO IN AMPIA ZONA GIORNO CON ANGOLO COTTURA, DISIMPEGNO OCCUPATO DA UNO SPAZIOSO ARMADIO/DISPENSA E SERVIZIO CON BOX DOCCIA. DALLO STESSO PIANO SI ACCEDE NEL RETRO IN UNO SPAZIOSO SCOPERTO DI PERTINENZA, ADORNATO DA GRAZIOSE AIUOLE DI VERDE, IDEALE PER TRASCORRERE LE MERAVIGLIOSE GIORNATE DI SOLE CHE IL NOSTRO TERRITORIO CI DONA. AL PIANO PRIMO VI E' LA ZONA NOTTE, FORMATA DA TRE COMODE CAMERE DA LETTO DI CUI UNA CON BALCONE E SERVIZIO CON VASCA. L'AREA SOLARE E' DI ESCLUSIVA PROPRIETA' CON ZONA LAVANDERIA. INFINE IL PIANO SEMINTERRATO E' DOTATO DI UN VANO PLURIUSO MOLTO SPAZIOSO, OLTRE AL BOX AUTO DI CIRCA 45 MQ. LA SOLUZIONE PRESENTA TUTTI I CONFORT, PER MAGGIORI INFORMAZIONI NON ESITATE A CONTATTARE L'AGENZIA AL SEGUENTE NUMERO 0833598255. NE CONSIGLIAMO LA VISIONE. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. Dopo l'occupazione di Otranto, le orde ottomane compirono terribili scorrerie in tutto il Salento, saccheggiando e distruggendo villaggi, paesi e chiese. - Classe: F - IPE: 175,00 kWh/mq annum
Mq: 300
Costo: V: 210,000
IN ZONA MONTEGRAPPA PROPONIAMO IN VENDITA BELLISSIMA VILLA IMMERSA NEL VERDE. L'ABITAZIONE E' COSTRUITA SU UN LOTTO DI CIRCA 1000 MQ, SI COMPONE DI INGRESSO, AMPIO SLONE CON BELLISSIMO CAMINO, CUCINA ABITABILE CON DISPENSA E ACCESSO NEL GIARDINO, STUDIO, TRE CAMERE DA LETTO E DUE BAGNI. AL PIANO SEMINTERRATO DISPONE DI UNA TAVERNETTA CON BOX AUTO. AREA SOLARE DI PROPRIETA'. PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTARE L'AGENZIA AL SEGUENTE NUMERO 0833/598255. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. Dopo l'occupazione di Otranto, le orde ottomane compirono terribili scorrerie in tutto il Salento, saccheggiando e distruggendo villaggi, paesi e chiese. - Classe: G - IPE: 175,00 kWh/mq annum
Mq: 64
Costo: V: 43,000
A pochi metri dalla piazza centrale del paese, proponiamo in vendita una graziosa e comoda abitazione con volte a stella completamente ristrutturata. L' abitazione, sita in una caratteristica strada del paese, si sviluppa interamente al piano terra con ingresso in sala da pranzo con angolo cottura, ampia camera da letto e comodo servizio. Completa la proprietà l' area solare con piccolo vano tecnico. Interamente ristrutturata, impianto elettrico, idrico e fognario nuovi. Si vende arredata.ù Ottimo investimento, anche come casa vacanza. Sannicola (Le) è un Comune situato a cavallo delle serre salentine, e dista circa 6 km. da Gallipoli. E' ancora oggi un centro ad economia prevalentemente agricola, nonostante l'esistenza di alcune realtà imprenditoriali. Da qualche anno il paese è maggiormente conosciuto nel circondario grazie alla presenza di diversi ristoranti e discoteche. Fino al 1908 Sannicola è stata una frazione della città di Gallipoli. Per conseguenza, fino a quella data, il piccolo paese ed il suo territorio hanno sempre seguito le sorti della cittadina ionica; di essa condividono, purtroppo, la grave carenza di documenti per le epoche anteriori al 1484, anno in cui Gallipoli venne espugnata e saccheggiata dai Veneziani. E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Secondo gli studiosi questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicavano dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati. Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente fin dal secolo X-XI i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di San Salvatore, di San Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe). Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di San Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di Santa Maria delle Grazie e che risultava già semidistrutta prima del 1567. Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio. Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino. Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei naturali alleati nei feudatari di diversi paesi vicini a Gallipoli (Galatone, Gala - Classe: F
Mq: 103
Costo: V: 95,000
A TUGLIE IN ZONA RESIDENZIALE, A POCHI PASSI DA CENTR, PROPONIAMO IN VENDITA BELLISSIMA ABITAZIONE D'EPOCA RISTRUTTURATA AL PIANO TERRA. L'IMMOBILE SI COMPONE DI INGRESSO IN AMPIO SOGGIORNO CON VOLTE A STELLA, NEL QUALE VI E' UN CARATTERISTICO CAMINO RIFINITO CON CARPARO LECCESE, DUE CAMERE DA LETTO DI CUI UNA CON VOLTA A STELLA E L'ALTRA CON VOLTA A BOTTE. LA CUCINA ABITABILE DISPONE DI UN SECONBDO CAMINO E DI UN BALCONE FINESTRATO CON ANGOLO LAVANDERIA, BAGNO CON BOX DOCCIA E RIPOSTIGLIO. AL PIANO SEMINTERRATO VI E' UN BOX AUTO E UNA CANTINA CON 4 VOLTE A STELLA E SERVIZIO, AREA SOLARE DI PROPRIETA'. QUESTA SOLUZIONE E' IDEALE SIA PER CHI E' IN CERCA DI UNA DIMORA DA ABITARE TUTTO L'ANNO, SIA PER CHI VUOL INVESTIRE NEL SALENTO E METTERE A REDDITO UN BENE DOTATO DI TUTTI I CONFORT. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO A METANO, CONDIZIONATORI E IMPIANTO D'ALLARME. PER MAGGIORI INFORMAZIONI, RIVOLGERSI IN AGENZIA. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto.Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. - Classe: G
Mq: 215
Costo: V: 95,000
A Sannicola, in zona ben servita, proponiamo in vendita abitazione indipendente di ampia metratura disposta su più livelli. Al piano terra si compone di ingresso, cucina, camere da letto, ripostiglio e servizio e piccolo scoperto di pertinenza; al piano primo abbiamo soggiorno, cucina, due camere da letto, ripostiglio, servizio, verandina e balcone. Al piano semi interrato vi è una tavernetta e un piccolo giardinetto. Area solare di proprietà. Garage al piano terra. Le condizioni generali dell' abitazione sono buone. Sannicola (Le) è un Comune situato a cavallo delle serre salentine, e dista circa 6 km. da Gallipoli. E' ancora oggi un centro ad economia prevalentemente agricola, nonostante l'esistenza di alcune realtà imprenditoriali. Da qualche anno il paese è maggiormente conosciuto nel circondario grazie alla presenza di diversi ristoranti e discoteche. Fino al 1908 Sannicola è stata una frazione della città di Gallipoli. Per conseguenza, fino a quella data, il piccolo paese ed il suo territorio hanno sempre seguito le sorti della cittadina ionica; di essa condividono, purtroppo, la grave carenza di documenti per le epoche anteriori al 1484, anno in cui Gallipoli venne espugnata e saccheggiata dai Veneziani. E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Secondo gli studiosi questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicavano dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati. Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente fin dal secolo X-XI i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di San Salvatore, di San Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe). Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di San Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di Santa Maria delle Grazie e che risultava già semidistrutta prima del 1567. Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio. Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino. Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei naturali alleati nei feudatari di diversi paesi vicini a Gallipoli (Galatone, Galatina, Parabita, Mati - Classe: G
Mq: 100
Costo: V: 25,000
A TUGLIE IN ZONA ARAGONA, ABITAZIONE D'EPOCA AL PIANO TERRA CON VOLTE A STELLA. L'ABITAZIONE SI COMPONE DI INGRESSO IN UNA DELLE DUE GRANDI SALE CON VOLTA A STELLA, CAMERA DA LETTO, BAGNO E RIPOSTIGLIO. AL PIANO PRIMO ULTERIORE AMPIO VANO, DISPONE INOLTRE DI TERRAZZI A LIVELLO E CORRIDOIO LATISTANTE, CHE PERMETTE UN DOPPIO ACCESSO NEL RETRO DELL'IMMOBILE. PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI IN AGENZIA. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. Dopo l'occupazione di Otranto, le orde ottomane compirono terribili scorrerie in tutto il Salento, saccheggiando e distruggendo villaggi, paesi e chiese. - Classe: G
Mq: 173
Costo: V: 125,000
IN ZONA MONTEGRAPPA, PROPONIAMO IN VENDITA ABITAZIONE AL PIANO TERRA DI AMPIA METRATURA. SI ACCEDE ATTRAVERSO UNA VERANDA SCOPERTA ANTISTANTE ADORNATA DA FIORIERE COLTIVATE, L'ABITAZIONE SI COMPONE DI INGRESSO, SALONE, SALA DA PRANZO CON CAMINO, CUCINA ABITABILE, DUE CAMERE DA LETTO ENTRAMBE MATRIMONIALI E SERVIZIO. DALLA CCUCINA VI E' L'ACCESSO DIRETTO AD UNO SPAZIOSO GIARDINO DI CIRCA 40MQ, CON VANO TECNICO E RIPOSTIGLIO. L'IMMOBILE DISPONE INOLTRE DI BOX AUTO. SOLUZIONE ABITABILE E DOTATA DI OGNI CONFORT. PER MAGGIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI IN AGENZIA. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città. - Classe: G
Mq: 107
Costo: V: 115,000
A Chiesanuova, frazione di Sannicola, in zona tranquilla e a pochi km dalla rinomata Gallipoli, proponiamo in vendita un grazioso appartamento al piano rialzato in ottimo stato. L' abitazione si sviluppa interamente su un unico livello per circa 100 mq e si compone di ingresso in ampia e luminosa zona giorno con soggiorno, sala pranzo con angolo cottura, porta finestra con accesso al balcone abitabile con bellissima vista panoramica; un piccolo disimpegno conduce alla zona notte dove troviamo una comoda camera matrimoniale e due camerette e servizio. Al piano seminterrato vi è il box di circa 13 mq. Ottima posizione. Sannicola (Le) è un Comune situato a cavallo delle serre salentine, e dista circa 6 km. da Gallipoli. E' ancora oggi un centro ad economia prevalentemente agricola, nonostante l'esistenza di alcune realtà imprenditoriali. Da qualche anno il paese è maggiormente conosciuto nel circondario grazie alla presenza di diversi ristoranti e discoteche. Fino al 1908 Sannicola è stata una frazione della città di Gallipoli. Per conseguenza, fino a quella data, il piccolo paese ed il suo territorio hanno sempre seguito le sorti della cittadina ionica; di essa condividono, purtroppo, la grave carenza di documenti per le epoche anteriori al 1484, anno in cui Gallipoli venne espugnata e saccheggiata dai Veneziani. E' certo che in epoca basiliana e fino al '700 l'intero agro sannicolese fu indicato col nome greco di Rodogallo (luogo dalle belle rose), poi distinto in Rodogallo magno e parvo. Secondo gli studiosi questi toponimi, al pari di quello di Renocallo o Rinocallo, indicavano dei villaggi medievali successivamente distrutti o abbandonati. Un dato sicuro è che nel feudo di Gallipoli erano insediati stabilmente fin dal secolo X-XI i monaci basiliani, presenti con le abbazie di S.Mauro, di San Salvatore, di San Tirso, di S.Stefano de Fonte e di S.Maria de Ligiro, oltre che con diverse chiesette. Il ricordo di quelle età lontane è testimoniato dai toponimi greci che, ancora oggi, identificano alcune contrade (ad es. Pràndico, Camastra, Meforìe). Origini basiliane ebbe quasi certamente anche la chiesa di San Nicola che sorgeva nello stesso luogo dell'attuale chiesa madre di Santa Maria delle Grazie e che risultava già semidistrutta prima del 1567. Con la rapida decadenza dei basiliani, a partire dai primi decenni del Trecento, per l'agro di Gallipoli si avvicinava un periodo terribile. I numerosi nemici della cittadina ionica, protetta da mura possenti, adottarono, infatti, la sistematica tattica di sottoporne a razzie e violenze l'indifeso territorio. Poco poterono in quella circostanza le difese delle masserie fortificate che si andavano edificando, specie nelle zone macchiose e rocciose del feudo gallipolino. Fu tra la fine del '400 e i primi decenni del secolo successivo che si verificarono i maggiori danni. Ne furono responsabili non solo i Turchi ed i Veneziani, ma soprattutto i Francesi. Questi ultimi, venuti nel Salento, trovarono dei - Classe: G
Mq: 130
Costo: V: 83,000
ABITAZIONE INDIPENDENTE AL PIANO TERRA, COMPOSTA DA INGRESSO IN SALONE, AMPIO SOGGIORNO-PRANZO CON CAMINO, DUE CAMERE DA LETTO CUCININO, POZZO LUCE COPERTO E BAGNO. AL PIANO SEMINTERRATO CANTINA/TAVERNETTA CON SERVIZIO. DISPONE INOLTRE DI SCOPERTO RETROSTANTE, RIPOSTIGLIO E BOX AUTO. PER MAGGIORI DETTAGLI, RIVOLGERSI ALL'AGENZIA. Tuglie ha origini molto antiche. Lo confermano i quattro "Menhir" tugliesi che si trovano in aperta campagna: il menhir di "Monte Prino", alto circa due metri; il menhir delle "nove croci" in contrada "Camastra"; il menhir che si trova all'incrocio della via vicinale del "Caruggio" con la via vicinale "Camastra"; il menhir del fondo "Scirocco", al confine tra le tenute Santese e Losavio. Sono di particolare interesse le "Grotte Passaturi" o "Case vecchie", situate in prossimità delle scuole elementari, che, secondo alcuni studiosi, costituivano la dimora dell'antico popolo dei "Tulli"(1). Intorno al 1270, il piccolo nucleo abitato, sorto spontaneamente a ridosso della collina, era denominato "Casale Tulli" ed apparteneva ad Almerico di Montedragone, ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Il sovrano lo aveva donato al nobile cavaliere in cambio di alcuni beni posti nel territorio di Sulmona, città natale di Almerico(2). Nel 1280, il conte di Montedragone dovette accorrere a Taranto per sedare una rivolta popolare. Della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò con la forza il casale di Tuglie, ribattezzandolo "Castri Tulli"(3). Si racconta che Almerico, prima di lasciare il casale, fece edificare una piccola cappella nel posto dove prima c'era una nicchia di pietra con l'immagine delle Anime Sante, proprio dove ora sorge la Chiesa Matrice dedicata alla Madonna dell'Annunziata(4). Il 28 luglio 1480, una formidabile flotta di galee turche con 1.600 pezzi di artiglieria e 18.000 soldati, si schierò di fronte al porto di Otranto. Acmet, il capo dei turchi, promise vantaggiose condizioni, in cambio della resa, ma gli otrantini decisero di resistere ad oltranza. Cominciò così un assedio violentissimo, che durò 15 giorni. L'artiglieria ottomana bombardò le mura, l'abitato e la rocca. Poi i turchi, travolta ogni resistenza, dilagarono nella città mettendola a ferro e fuoco. L'assedio si concluse l'11 agosto: moltissimi cittadini morirono nei combattimenti. Tre giorni dopo, Acmet, sul Colle della Minerva, invitò i superstiti a convertirsi all'islamismo, ma gli otrantini rifiutarono, andando incontro al martirio. I corpi degli ottocento martiri non furono sepolti ma abbandonati sul posto, dove rimasero fino alla liberazione della città.